lunedì 24 marzo 2008

Salutare con la mano...

Un bimbo apre e chiude la manina, quasi a voler afferrare tutto ciò che prende forma davanti ai suoi occhi.
Piano piano, la mano cresce, la pelle conosce, il tatto cambia, il bimbo diventa ragazzo, il ragazzo diviene uomo, l’uomo apre la sua mano e saluta con gesti leggeri, come se davanti a sé avesse un vetro appannato e volesse creare uno scorcio che gli permetta di vedere cosa c’è aldilà di esso.

A volte sono movimenti affrettati, si cammina di corsa per la strada, si saluta una persona con cui non si ha voglia di fermarsi a parlare, magari non è una in particolare, magari semplicemente non si ha la forza di parlare, perché tutte le energie sono impiegate a dialogare con noi stessi, e allora l’uomo scuote la mano per cancellare un disegno, fragile come sanno essere solo i segni sulla sabbia.

Io ti saluterei sempre solo con la mano,

perché ti mostrerei sempre il mio palmo.

Vedi, è il palmo nel quale dorme il tuo cuore, che io custodisco gelosamente.
E’ il palmo che tocca il tuo e che mi tocca.
Che vive e conosce ogni cosa, prima che possa farlo io.
Che mi protegge incondizionatamente quando sto cadendo in avanti e che mi difende senza pensarci due volte se qualcuno o qualcosa mi aggredisce.
E’ il palmo che cerca l’altro per amarlo, e pregare per me.

Assaggia la pioggia quando piove. Lava il mio viso.

Io ti saluterei ogni giorno, soltanto, con la mano,

perchè il mio palmo si sposterebbe a sinistra,
e scoprirebbe ai tuoi occhi immagini buie e affamate,

poi andrebbe verso destra,
e ti farebbe vedere una giornata che esplode di sole, in cui bambini ubriachi di felicità corrono di qua e di là nel mondo, stendendo e appendendo ovunque teli colorati di pace, veli spensierati, e sete luminose come è luminosa la vita, preziose come è prezioso un saluto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti per la tua scrittura sei molto brava.
Immacus